Elisabetta Mijno: «Tokyo, ti aspettiamo. Saremo impazienti, ma pronti»

Prime reazioni a caldo: la campionessa azzurra ha affidato alla sua pagina Facebook una profonda riflessione in merito al rinvio dei Giochi Paralimpici. «Per noi atleti sognatori non è facile attendere, ora però il mondo piange»

15 settembre 2016, ultima freccia a Rio e parte il conto alla rovescia per tornare di nuovo sul quel palcoscenico: crea dipendenza, se ci sei stato vuoi tornarci. 4 anni per poter tornare a vivere quell’adrenalina, il cuore che scoppia prima di entrare in campo che poi si ferma per tornare a battere, vincitore, più forte di prima. 4 anni in cui programmi tutto: il lavoro, i corsi, le gare, le vacanze, la preparazione atletica, alimentazione, amici, i parenti… tutto. Tutto gira attorno all’avvicinarsi di quel momento di massima espressione sportiva, quel momento così pazzesco, che chiunque aspetta, non solo noi atleti. 

All’inizio è molto lontano, quasi fai finta di non sapere se ci arriverai di nuovo su quel palcoscenico, in realtà sai bene che farai di tutto per essere di nuovo lì a soffrire e gioire. Poi arriva l’anno delle qualificazioni: da una parte pensi che non puoi non qualificarti, dall’altra sai che le frecce non le tira nessuno per te, per fortuna. Hai il pass (beh era il minimo). Il momento si avvicina, inizi a sentirlo nell’aria, lo senti nei muscoli e ti martella il cervello, il brindisi di capodanno l’ho fatto pensando “Questo è l’anno delle Olimpiadi”. C’è concitazione nel mondo sportivo; i tecnici, lo staff, i compagni di squadra iniziano a parlarne, le persone iniziano a chiederti se parteciperai e con un po’ di scaramanzia rispondi un timido “sì, sempre che non succeda qualcosa”. Continui ad allenarti a prepararti, a pensare, il focus è sempre più stretto. E comincia quel rapporto strano con l’Evento, vorresti che mancasse “ancora un po’”, ma non vedi l’ora di partire; ti senti pronto, ma forse devo rivedere ancora delle cose. Proprio come succedeva all’università prima di dare un esame. 

E più si avvicina il momento, meno ne vuoi sentire parlare. Vuoi rimanere concentrato, vuoi andare dritto per la tua strada solo con il tuo pensiero. Tu non ne parli mai, sono sempre gli altri a chiederti e a riportarti alla realtà del -206 giorni. 

“Sì, sempre che non succeda qualcosa…”. E qualcosa è successo. Il conto alla rovescia si è fermato, qualcuno ha messo in pausa. Responsabilità, politica, esempio sportivo, condizioni sanitarie, soldi. Pausa.

Sempre a Tokyo, dal 21 settembre al 6 ottobre del 1940, dovevano svolgersi le Olimpiadi, ma scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Fu poi Londra ad ospitarle nel 1948. Quindi questa roba è come una guerra?

Si è fermato il conto alla rovescia e con quello si è rotto l’equilibrio che avevo creato, studiato nei dettagli, mai da sola. Ora bisogna aspettare. Aspettare 4 anni: mi sembra già un tempo lunghissimo. Aspettare… Per noi atleti sognatori non è facile aspettare, non mi piace, non mi è mai piaciuto, è un verbo che indica un’azione che sembra che si svolga, ma in realtà non si svolge proprio un bel niente. 

E ora chi lo sa se quell’equilibrio tornerà come prima. Si ricomincia da capo, no perché non c’è stata una fine, quindi non ci può essere un inizio. Si parte da un punto e si va verso un altro punto. No, perché ancora non si sa qual è il punto di arrivo. Difficile. E poi quel punto di partenza ha sempre avuto un energia nuova, qua ci sono 4 anni di lavoro, l’energia che rimaneva era calcolata per il grande giorno.

Non ci sono le condizioni? Sì è vero il mondo piange, o forse il mondo lo facciamo piangere noi con la nostra angoscia esistenziale riversata su un evento “inaspettato”. È una scelta responsabile, credo. Aspettare. 

Non abbiamo aspettato 4 anni: ci siamo allenati 4 anni. Non aspetteremo un anno: ci alleneremo. Noi atleti le energie le troviamo sempre, le troveremo anche questa volta, perché i nostri Giochi ci troveranno sempre pronti, forse un po’ più impazienti del solito, ma pronti. 

Appena si saprà qualcosa di più preciso, si riprenderà di nuovo in mano il calendario e si farà un nuovo cerchio rosso su quel giorno che guarderemo con occhi sognanti per i prossimi mesi.

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