L’emozione di Giusy Versace: «Che meraviglia l’arco e la linea di tiro inclusiva»

Ai Tricolori Indoor di Rimini, l’atleta-onorevole ha preso l’arco in mano per la prima volta: «È difficilissimo, ci vogliono grande concentrazione e forza»

Si è qualificata in una finale alle Paralimpiadi di Rio, condotto la Domenica Sportiva, “ballato con le stelle”, scritto un libro. E ora siede in Parlamento: di chi stiamo parlando? Ovviamente, di Giusy Versace. Intervenuta ai Tricolori Indoor di Rimini, non ha nascosto la sua emozione quando si è immersa nel magico mondo del tiro con l’arco: «Vedere sulla stessa linea di tiro atleti con disabilità e altri che la disabilità non la vivono, è meraviglioso. Ed è un regalo per il pubblico, perché lo sport insegna ad alzare l’asticella, a lavorare su se stessi e a superare i propri limiti». 

OSPITE – A Rimini, Giusy Versace era ben più di una semplice ospite: «Questa è una disciplina che ho sempre seguito, appoggiato e promosso con la mia Onlus “Disabili No Limits”, ma non avevo mai preso in mano un arco. E solo ora ho compreso quanto sia difficile: oltre alla concentrazione ci vuole una grande forza». 

DISABILITÀ – Inevitabile una riflessione sul settore paralimpico: «Si sta ritagliando spazi importanti. In questo senso, raccontare la disabilità con una chiave più moderna aiuta la gente a guardarci non come i “poverini”, ma come persone che amano spudoratamente la vita e che, nonostante le difficoltà, cercano di andare avanti». 

IMPEGNO – Tuttavia, i risultati non piovono dal cielo: «Niente è facile. E niente viene regalato. Perché anche nel mondo paralimpico il livello è altissimo. Ci vuole tanto impegno e magari non tutti possono essere portati per la pratica sportiva. Io stessa, all’inizio, mi sono sentire dire “dove vai? Lascia perdere”. Non dimentichiamo che lo sport è terapia, è un’opportunità per uscire di casa, è un mezzo di inclusione. E va promosso in maniera più massiccia. Fa bene al corpo e pure alla mente». 

PARLAMENTO – Giusy Versace è impegnata anche in politica: «In parlamento porto il mio essere atleta, con l’intento di prestare la voce a chi non ce l’ha e accendere i riflettori su tematiche che alcuni non considerano prioritarie. La politica non fa abbastanza? Se è così, non è per mancanza di volontà, ma perché certi aspetti non li conosce. Da questo punto di vista, cerco di far appassionare la politica al mondo della disabilità. Un mondo da guardare non come un peso, ma come una risorsa». 

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