L’evoluzione del mirino tattile per non vedenti: un successo la prova dell’ausilio

Si è rivelata un autentico successo la prova generale di un nuovo mirino tattile per non vedenti. Nuovo perché evoluto: una sorta di versione 2.0 del classico ausilio inclusivo del tiro con l’arco.

La prova è andata in scena a Belluno, nella “casa” della società Arcieri del Piave. 

Ampiamente soddisfatto Elia Soracase, l’atleta che ha scoccato le frecce. Per quanto riguarda il progetto, la “mente” è il tecnico della nazionale giovanile, Ezio Luvisetto. Il “braccio” è il costruttore Alberto Zuccon. 

È proprio Luvisetto a spiegare i dettagli tecnici di questa novità che potrà essere apprezzata dagli arcieri Visually Impaired, soprattutto i più esperti: «Innanzitutto ho raccolto le esperienze dei tecnici che hanno costruito gli altri mirini tattili esistenti in Italia. Ricordiamoci infatti che ogni atleta ha il suo attrezzo, costruito artigianalmente. Quello che ho cercato di fare è stato creare una sintesi delle esperienze pregresse, mettendo insieme le caratteristiche migliori dei vari mirini tattili. In questa maniera siamo riusciti a crearne uno che ha le seguenti caratteristiche: il materiale usato è l’acciaio inox e, oltre alla resistenza, ha ottime qualità in relazione al peso e alla trasportabilità. Una volta finito di usarlo, si può chiudere ed essere utilizzato come carrello per portare la borsa dell’arco. Un’altra componente che considero importante è che su questo mirino tattile si può predisporre pure il mirino usato normalmente per l’arco olimpico, il che permetterà all’atleta di tararlo da solo seguendo le indicazioni del tecnico, in maniera che possa avere maggior autonomia durante l’allenamento o la competizione stessa». 

Queste idee sono state sviluppate da Luvisetto anche per raggiungere un altro obiettivo: «Quando ho pensato alla costruzione di questo mirino tattile con caratteristiche professionali, sono partito da un presupposto: se un non vedente si avvicina a una società arcieristica per andare a tirare con l’arco non trova dei mirini già pronti a sua disposizione, visto che questi vengono realizzati artigianalmente per il singolo atleta. Se però riuscissimo a mettere a disposizione un mirino tattile “evoluto” agli arcieri Visually Impaired già esperti di questa disciplina, i loro vecchi mirini potrebbero essere messi a disposizione delle Società per accogliere i neofiti. Così si potrebbe creare un circolo virtuoso, anche perché sappiamo che per un non vedente tirare senza mirino tattile non è divertente e non aumenta l’autonomia e l’autostima, e proprio per questo si rischia spesso di perderlo dopo le prime prove di tiro». 

Comments are closed.

Powered by Drop-web.com